Fermatevi, respirate…

Oggi ci prendiamo un momento, anzi, mi prendo un momento, per non parlare di musica ma per raccontarvi una cosa accaduta ieri sera. Stavo uscendo dalla palestra (ebbene sì, ogni tanto anche noi usciamo dai boschi per fare un giro tra le persone e fare attività comuni) quando un ragazzo più giovane di me mi ferma.

Parliamo spesso del più e del meno, scherziamo e non trattiamo spesso argomenti “seri”, ma questa volta pare diverso dal solito, più cauto e quasi imbarazzato. Per la prima volta, dopo un anno che ci conosciamo, sabato sera ha avuto l’occasione di assistere ad un nostro concerto. Mi guarda e, dopo qualche complimento e frase di circostanza mi ringrazia. Mi dice un sincero “Grazie”. Ma lo fa con un tono così serio e profondo che quasi mi mette a disagio. Io sorridendogli chiedo il motivo.

La sua risposta è stata forse una delle cose più importanti accadute da quando suoniamo.
Mi ha detto che le nostre parole gli hanno fatto cambiare completamente ottica nei confronti della vita, della libertà, della giustizia e del rispetto verso il prossimo.
L’hanno davvero cambiato, una trasformazione palpabile. Si è reso conto che troppo a lungo ha vissuto immerso ad ideali aventi un background culturale, sociale e politico fomentato solo da rabbia, odio e rancore verso tutto ciò che è alieno.

Ora, chi avesse avuto la possibilità di assistere ad un nostro live su palco, sa bene che il nostro show non è fatto solo di musica, ma di aneddoti, di ammonimenti, consigli e perché no, a volte anche una certa dose di cinismo.
Parliamo di libertà, giustizia, rispetto… Parliamo di tutti quei valori che oggi stiamo dimenticando.

Valori che non ledono nessuno. Comportamenti e ideali che sono sempre e solo a favore dell’umanità e mai contro qualcuno. Sono ideali che elevano gli uomini e la natura stessa e mai, mai, penalizzano un individuo.

I nostri sono discorsi contro un sentimento e un pensiero che sta ultimamente spopolando, parole, a volte dure, contro l’egoismo. Sono discorsi contro chiunque creda di essere superiore ad un altro essere, contro chiunque veda nella diversità inferiorità.

Noi siamo contro chiunque concepisca la natura come un mezzo da sfruttare, violentare e saccheggiare.
Noi siamo contro tutti coloro che vogliono etichettare, uniformare e standardizzare.
Noi siamo contro chi non riesce a vedere la bellezza; contro chi teme i cambiamenti; contro chi ha paura di battersi per i più sfortunati; contro chi, voltandosi, nell’omertà, collabora con le ingiustizie.

Non vi è mai propaganda nei nostri discorsi, solo un invito ad accogliere la propria vita nel rispetto degli altri. Un invito a migliorasi, “cercando di lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato”.

Io, quando scendo dal palco spesso mi chiedo se mai qualcuno rifletterà su queste parole, se proverà davvero a mettersi in gioco abbandonando preconcetti, e se, con difficoltà, potrà uscire dalla sua zona di comfort.

Oggi, per la prima volta, so che è così, poche parole possono unire le persone, possono farle riflettere, possono migliorare questo mondo. Si parla troppo spesso di quante date facciamo, di quanti soldi possiamo o meno fatturare, di quanto sia incerto il futuro (soprattutto di noi musicisti)… Ma troppo spesso ci dimentichiamo di chiedere (e di chiederci) cosa facciamo concretamente, cosa lasciamo al pubblico, cosa possiamo creare oltre che un banale insieme di note.

Oggi lo so, so che, anche se poco, anche se solo per una persona, qualcosa lo abbiamo fatto. Molti non comprenderanno, ma ciò vale più dei nostri due album, vale più del tecnicismo dei nostri assoli, vale più delle ore spese a suonare. Ci sarà sempre chi crederà che le parole non servano, chi ci inviterà a non parlare di amore, rispetto e fiducia verso il prossimo visto il clima di odio che ogni giorno respiriamo.

Chi ci inviterà ad abbassare la testa, a distogliere lo guardo, a non batterci per le minoranze. Chi ci chiederà quanto guadagniamo invece di chiederci a quanti è piaciuta la nostra musica. Chi sarà più preoccupato per i nostri soldi, per i vostri soldi e per il futuro; così preoccupato da non riuscire a vivere sereno e non farci vivere sereni.

Ma noi abbiamo il dovere di combattere questo. Professando, con durezza, libertà, amore, rispetto ed equità. Sì… ci diranno tante cose: che la musica non è considerabile un lavoro; che forse un giorno metteremo la testa a posto; che forse capiremo che avevano ragione gli altri; che abbiamo perso delle occasioni e siamo stati degli scansafatiche.

Ma oggi io cammino come un giusto, cammino sereno, nella certezza che domani il mondo sarà un posto migliore. Che un ragazzo è diventato uomo. Forse la pioggia mi bagnerà, forse la nebbia penetrerà fin dentro le ossa, il vento freddo mi taglierà il volto… eppure io ardo.

Warg

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